| Avrete senz’altro notato il banner nell’angolo alto a destra del sito con scritto “STOP CENSORSHIP”. È una formale adesione alla protesta che sta infiammando Internet contro i 2 decreti americani SOPA e PIPA, che minacciano di cambiare il Web così come lo conosciamo, ovvero libero. Ma cosa sono precisamente questi 2 decreti?
Il decreto SOPA (che sta per Stop Online Piracy Act) è una versione più “evoluta” e “dolorosa” dell’attuale (ed in vigore) decreto DMCA (che sta per Digital Millenium Copyright Act), e sarà esaminato dalla camera il prossimo 26 Gennaio 2012. Come avrete sicuramente capito entrambi tendono a garantire e proteggere i diritti d’autore sui contenuti sparsi per il web, prevedendo azioni ufficiali verso coloro che infrangono tali diritti. Mentre l’attuale DMCA, però, prevede la sola rimozione del contenuto “protetto” dal sito/portale/blog su cui questo è pubblicato, e “al massimo” il pagamento di una penale, il decreto SOPA ci andrebbe giù decisamente più pesante, arrivando ad imporre – anche per un’infrazione di un singolo contenuto:
- l’oscuramento totale del sito incriminato, imponendo agli Internet Service Providers il blocco IP; - l’impossibilità al suddetto sito di collaborare in qualsivoglia modo con meccanismi di ricerca e/o meccanismi di commercio online, quali Google, Twitter, Paypal e molti altri; - il pagamento delle spese legali da parte del sito accusato, qualsiasi sia l’esito e la durata della controversia.
Per non parlare delle ancor più vaste ripercussioni su correnti di pensiero e di azioni quali, ad esempio, l’opensource: quale programmatore sarebbe disposto a sottostare ad altre restrizioni, oltre a quelle già (giustamente) imposte dalla licenza GPL (e dai suoi derivati)? Altro rischio che il decreto SOPA potrebbe portar con se è, tra l’altro, quello di rendere illegali meccanismi che poco e niente c’entrano con l’infrazione del copyright (vedi proxy e relativi software per l’anonimato o reti VPN).
Fino a questo punto però il decreto riguarda solo gli americani. Ed ecco che entra in campo il PIPA (Preventing Real Online Threats to Economic Creativity and Theft of Intellectual Property Act). Sapete cosa fa il decreto PIPA? Bene, detto in breve autorizza il governo statunitense a ficcare il naso anche dove in teoria non potrebbe, utilizzando la geniale scusa dei link ipertestuali. Vi spiego meglio: io posseggo il sito A, registrato in Italia, su dominio italiano e sottostante alle leggi italiane (e quindi NON al SOPA), e dal mio sito parte un link a caso che, in qualche modo, possa condurre al sito B, sito americano che sottosta alle leggi americane (quindi ANCHE AL SOPA). Facendo appello al PIPA il governo statunitense può muoversi legalmente contro di me, ed io verrei accusato di detenzione di materiale protetto, con tutte le conseguenze che il SOPA impone, semplicemente per la presenza anche di un solo link che, in una maniera o in un’altra, condurrebbe all’incriminato sito B.
Edited by IperBark - 20/1/2012, 16:28
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